domenica 30 settembre 2018

DA NOVACCO ALLA FAGGETA DI SERRA LA VESPA (Monti dell'Orsomarso) - 30 agosto 2017

30 agosto 2017
Ultima escursione di questa estate prima della stagione autunnale.
Sono insieme a Emilio e mettiamo a compimento un bel percorso nel cuore più selvoso dei Monti dell'Orsomarso: dal Piano di Novacco fino alla faggeta appena sotto la cima di Serra la Vespa, un crinaletto secondario che possiamo considerare un contrafforte nord di Cozzo del Pellegrino.
Quindi ci avviamo da Novacco (quota 1306) verso sud e seguiamo la carrareccia di fondovalle passando dal Piano di Vincenzo (1251 m). Procediamo vicino al greto della Fiumarella di Rossale, da dove non scorre un goccio d'acqua a causa della gran siccità di questa stagione estiva. Le montagne calcaree dell'Appennino son state decisamente messe  a dura prova in questa terribile annata. Non piove da mesi. Per non parlare della temperatura che è sempre stata sopra la media con picchi di calore eccezionali che hanno raggiunto anche quei luoghi che di solito sono l'emblema della frescura. 
Al bivio, cosiddetto, del cancello della Fiumarella di Rossale andiamo a sinistra e, superata la radura del già detto incrocio, penetriamo in una faggeta spettacolare, decisamente vetusta, un vero esempio di quello che erano le antiche foreste montane della catena appenninica. Presente anche un certo rinnovamento naturale di abete bianco. 






Dopo un tratto in salita anche decisa procediamo in discesa per circa 1 km, sempre avvolti da una faggeta meravigliosa, e perveniamo la radura ricca d'alberi di Piano Tavolara. 
Più avanti si apre alla nostra vista la distruzione che avanza sulle montagne alla ricerca di quel tesoro ancora vincolato e che un sotterfuggi culturale viola la sacralità di un luogo che viene massacrato per portare avanti il mal progresso di una società malata e poco democratica. In zona 1 del Parco Nazionale del Pollino, nel cuore di questa foresta del nord Orsomarso, centinaia di fusti arborei vengono abbattuti per essere bruciati nella maledetta centrale dell'Enel che si situa nella valle del Lao. Un ecomostro nel centro di una valle tra i monti che attira a se le bellezze e le trasforma in morte. Al giorno d'oggi le foreste si distruggono per un nulla che valgono quattrini ai soliti noti che decidono e che corrompono per loro stessi e per i loro loschi privilegi. 
Procediamo quindi delusi verso il cuore di un Orsomarso ferito. Il passaggio di decine di camion al giorno ha praticamente devastato la carrareccia maestra, che è stata ampiamente allargata. E poi eccoci giunti nel luogo della carneficina, con le motoseghe che recidono decine e decine di faggi al giorno. Siamo nelle adiacenze di Cozzo della Schioppettata. La melodia degli uccelli che cinguettano felici sugli alberi e il vento vengono sostituiti dal rumore tipico della distruzione. E' il rumore del falso progresso, il rumore dell'annichilamento che avanza, il rumore del crimine che vuole imporsi. 
Poco dopo, superato qualche bivio, torna ad avvolgerci la foresta di faggi, sempre bellissima. Il fracasso del degrado culturale si fa via via meno presente fino a sparire e ritorna così ad avvolgerci il sublime di un luogo selvaggio e intricato di mistero. 
Superiamo una piccola radura. 



Dopo di che lasciamo da parte le tracce di sentiero e procediamo liberamente in direzione della nostra meta. La salita si fa decisamente ripida, sempre all'interno di un bosco di faggi ora con sottobosco roccioso.





Incrociamo una carrareccia a mezza costa che per qualche centinaio di metri seguiamo a sinistra (oriente). Siamo poco sotto la sommità di Serra La Vespa, a circa 1600 m. Sparsi intorno faggi vetusti. 







Proviamo ad addentrarci liberamente in direzione della vetta, ma la ripidezza del terreno ci costringe a ripiegar nuovamente verso lo sterrato poco sotto. Ma abbiamo comunque potuto ammirare un tratto meraviglioso di faggeta, con alberi lussureggianti di maestosità, nel cuore di questa montagna dalle selve profonde e dal silenzio irreale. 







Son circa le tredici e mezza e prima di scendere nuovamente a valle consumiamo la colazione. A farci compagnia anche due cani che da Novacco non ci han mai abbandonato e che con i loro occhi dolci ci chiedono di fargli assaggiare la nostra colazione. E non ci si possiamo certo rifiutare ad offrire un po' di pane per la loro speciale amicizia. 









Il cielo diventa improvvisamente nero, ma fortunatamente la pioggia non arriva.
Ritorniamo così al punto di partenza scendendo dalla stessa  via di andata. 







La faggeta presso Tavolara









 Il bellissimo bosco sopra il cancello della Fiumarella di Rossale


 La cima di Timpone della Magara dal bosco


 Piano di Vincenzo




Piano di Novacco


Piano di Novacco. In lontananza M.Scifarello

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