domenica 22 settembre 2019

Anello SANTA MARIA DEL BOSCO - BOSCO DI SANTA MARIA - COLLE D'ARENA - FORESTA PRASTO - LE MELOGNE (Monti delle Serre) - 1 maggio 2019

1 Maggio 2019

La primavera è ormai giunta sui Monti delle Serre e i rintocchi della campana del Santuario di Santa Maria del bosco si legano all'altro affascinante suono proveniente dal bosco adiacente, quello degli uccelli in allegria che cantano a squarciagola la festa che è la primavera che ha preso il possesso della montagna, con i suoi colori e i suoi abitanti che ne abitano le selve profonde. 
Suona la campana al Santuario della Vergine circondato dagli abeti bianchi, oasi di pace della cristianità che qui è un tutt'uno con le meraviglie del creato. La certosa non sono solo le mura del complesso monastico posto a pochi passi dal centro di Serra San Bruno, ma è anche tutto il complesso forestale che circonda la cittadina al centro della conca dell'Ancinale. Per questo motivo l'area montana in questione è considerata uno dei luoghi più mistici del mondo.  Nel contesto certosino anche l'elemento "bosco" trova spazio. Santa Maria del Bosco (e la Certosa), quindi, come il punto di contatto che unisce il mondo degli uomini e quello della natura. 


Cliccare sulle immagini per ingrandirle
Facciata della Certosa dei santi Stefano e Bruno



Laghetto San Bruno


Statua della Vergine, a Santa Maria del Bosco


Il Santuario di Santa Maria del Bosco



Romitorio di S.Bruno
La mia escursione consiste in un anello che va dal Bosco di Santa Maria all'altro versante, quello occidentale della Foresta Prasto, passando per la Radura alta de le Melogne, per ritornare nuovamente a Santa Maria. Seguente la mappa del percorso con relativi incroci segnalati con delle lettere. 



Giornata particolarmente fresca con le nubi che mai abbandonano il cielo.


Dal Santuario (A) (quota 820) mi incammino lungo il famoso Sentiero Frassati,  direzione Mongiana, che si immerge nella foresta di abeti bianchi e faggi. E' uno sterrato ampio e privo salite ripide, molto piacevole anche in MTB. 




E mentre la segnavia CAI prosegue a sinistra (B) in una via secondaria in salita decisa, proseguo invece sempre lungo medesima strada bianca, con ruscello sulla sinistra.


UNA BREZZA DI PRIMAVERA

Una lieve brezza 
smuove le giovani e verdi foglie dei faggi 
creando un tenero suono 
che contrasta con il grido possente 
delle chiome regali degli abeti bianchi. 

Poi vi è il torrente, 
col suo modo peculiare di farsi sentire. 

Un mondo di suoni 
è questa montagna 
dove sta schiudendosi
qualsivoglia elemento 
che comunica che è sopraggiunta 
la gradevole stagione. 

Una lieve brezza di primavera 
smuove questa vegetazione, 
che ha preso nuovo vigore 
grazie ai tepori del tempo che scorre, 
con i cromi 
che stan prendendo il sopravvento, 
accesi e brillanti, 
in codesto ecosistema speciale 
che comunica meraviglia 
e ci sta a dire che le favole 
non si leggono solo nella prosa 
di scrittori per bambini, 
ma che vengono a rivelarsi 
osservando il tutto 
con occhi di pargoli sognanti. 

La natura è un sogno che vive, 
che va rispettata ed amata. 


Nel momento in cui il bosco si dirada lasciando spazio a una secondaria radura generata da vecchi tagli, giro a destra (C) e procedo liberamente in salita  in direzione ovest. Dietro di me un verde intenso di foresta, dagli abeti del Bosco di Santa Maria a quelli dell'Archiforo, la cui vetta di Pietra del Caricatore  si nasconde nei vapori  nebbiosi che in questa giornata di maggio insistono oltre una certa altezza. 

Dal Bosco di Santa Maria verso l'Archiforo, con il crinale di Pietra del Caricatore avvolto dalle nubi
In breve tempo incrocio un altro sterrato (D), proveniente (da destra) dai capannoni dell'azienda La Foresta, che tralascio per proseguire sul dolce costone di fronte, contrassegnato anche da tracce di sentiero che poco su si fanno sempre più evidenti. 


Al  bivio (E) continuo a sinistra, sempre in leggera salita, in un bosco di abeti bianchi e faggi sempre più bello. 







E vengo fuori così sulla carrozzabile a fondo naturale di crinale, che dai Piani delle Triarie (SP 58 Arena-Serra San Bruno) raggiunge Colla del Monaco. Dunque proseguo a destra  (F) (direzione nord), lungo una pista molto larga che si mantiene in piano tra abeti, faggi e pini neri silani, fino al quadrivio di località Michelina. Svolto a sinistra (G) quasi ad angolo acuto, in lieve discesa nel bel bosco di abeti bianchi che poco sotto vengono sostituiti quasi completamente dalla pineta e da novellame di faggio. 



Dopo una curva a destra la discesa si fa decisamente più ripida e in brevissimo tempo si giunge sul greto di un torrente, proprio nelle adiacenze di un bivio, dove vado a destra (H). Dopo pochi metri svolto a sinistra, lungo un sentiero che sale ripido dentro una faggeta. Fustaia di faggi che rappresenta una vera meraviglia, con grandi esemplari secolari. E' la faggeta di Colle d'Arena, uno dei magnifici scrigni dei Monti delle Serre che fa rimanere a bocca aperta l'osservatore attento. 






Al bivio (I) tralascio la deviazione a sinistra (si incrocia nel giro di poco la provinciale 58 Serra-Arena) e proseguo diritto.  Liberamente risalgo un dolce crinale  che rappresenta la fascia sommitale di Colle d'Arena (1110 m), ovunque avvolto da questa selva di faggi, bellissima come poche in Italia, che riveste di splendore questa parte meridionale della Foresta Prasto (che è separata dal Bosco di Santa Maria dal crinale di Colla del Monaco).

Il dolce crinale che rilalgo liberamente




Questo territorio di foresta rientra in quello che è stato definito habitat 9210*: Faggeti degli Appennini con Taxus e Ilex, che non bisogna confondere con quello relativo al 9229*: Faggeti degli Appennini con Abies alba e faggete con Abies nebrodensis, tipico delle faggete microterme situate (per quanto concerne l'Appennino Meridionale) oltre i 1400-1500 metri. Molto presente è l'agrifoglio, il pungitopo e l'edera.

Faggi avvolti dall'edera











Seguendo sempre il piccolo crinale del monte si scende presso un'edicola votiva che sta proprio ai margini della strada provinciale proveniente da Arena (a sinistra). Proseguo invece a destra (L), lungo uno sterrato in piano che si mantiene nella foresta,  adesso anche con rimboschimenti di pino nero silano. Area attrezzata pic-nic sulla sinistra.


I rimboschimenti di conifere si alternano sempre a tratti bellissimi di faggeta. Siamo nel cuore della Foresta Prasto. 
Al bivio vado a sinistra (M).











Dopo circa un'ora di cammino dall'edicola votiva di Colle d'Arena, escluso il tempo che ho perso per consumar la colazione, giungo alla panoramica radura alta de le Melogne, località che ho visitato varie volte ma che in ogni occasione mi colpisce per il gran belvedere che è possibile ammirare. Giù le valli e le colline del Mesima-Marepotamo fino a Vibo Valentia, e tra la terra e il cielo azzurro cosparso di nuvole, gli abissi del Tirreno.





Dunque al  bivio svolto a sinistra (N) e dopo una discesa su terreno abbastanza irregolare giro a destra (O), tralasciando la via che prosegue diritto negli abeti bianchi. 



Da notare la costa tirrenica tra il catanzarese e il basso cosentino

Si prosegue in piano a mezza costa tra rimboschimenti di abete, pino nero silano e tratti di faggeta meravigliosi. 








Improvvisamente i faggi cedono il passo a un castagneto ceduo molto giovane, con ginestra.
Alla biforcazione (P) giro a destra e in un itinerario che si mantiene in salita decisa, tra castagni e pini neri, raggiungo il crinale di Colla del Monaco (Q) (zona"Scorzonara"). Vado diritto scendendo sul versante orientale del crinale, tralasciando lo sterrato di cresta. Liberamente nel bosco misto di faggi e abeti giungo presso la fine di una strada bianca cieca (verso monte) che inizio a seguire. Si scende lievemente nel bosco puro di abete bianco, recentemente interessato da tagli successivi, e seguo sempre la via principale fino a raggiungere i capannoni dell'azienda La Foresta e quindi il punto di partenza. (Tempo di percorrenza 7 ore)



La strada bianca ormai giunta a valle, poco distante dai capannoni dell'azienda La Foresta

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