sabato 31 luglio 2021

Scalata di Cozzo del Pellegrino (26 giugno 2021) da San Donato di Ninea e tentativi di salita (Monti dell'Orsomarso)

Se la Serra Dolcedorme è considerata una delle grandi cime dell'Appennino inteso nella sua interezza,  il Cozzo del Pellegrino è certamente una delle più imponenti e grandiose del mezzogiorno, che si innalza quasi fino a duemila metri e dalla cui cima si possono ammirare grandi foreste, montagne e i mari Ionio e Tirreno. Impressionanti le pendici occidentali, che si gettano nella valle dell'Abatemarco in un salto di oltre 1500 metri. Più dolce il lato orientale, selvoso,  ben visibile da molto lontano, soprattutto dalle alture della Sila Grande, ma anche dalle vicine pianure ioniche e dalla valle del Crati. Ho avuto modo di ammirarlo anche da Vibo Valentia e dalle coste adiacenti. 
Non basta una descrizione su un testo di cronaca di viaggio per far intendere l'amenità di questo monte, situato in quelle che venivano chiamate le montagne senza nome, oggi note come Monti dell'Orsomarso (dai viaggi di scoperta effettuati negli anni sessanta e settanta da Franco Tasso e Fulvio Pratesi). Dalla vetta la scena è da togliere il fiato e i due mari Ionio e Tirreno si abbracciano in un'unica visione al centro della quale entrano nella visuale altre cime appenniniche e grandi foreste: la sintesi di una Calabria che da un punto di vista geografico si riveste di quasi tutte le sembianze di paesaggio del vecchio continente: l'"Europa intera" in un piccolo lembo di terra circondato dal mare.
 
Seguente la mappa del sentiero che da San Donato raggiunge la sommità.
 

 
9 febbraio 2021: primo tentativo, fino al valico di Cozzo del Mangano
 
Un primo tentativo di raggiungere la più alta vetta dell'Orsomarso risale al 9 febbraio. 
Escursione in una montagna che mostra i tepori di una prematura primavera, con i fiori che iniziano a tappezzare le radure e con le nevi che oramai si son ritirate nelle alte quote. Una situazione che ha i giorni contati e le previsioni per i dì seguenti danno neve anche in collina, quasi fino in pianura, nella Calabria settentrionale. 
Da San Donato di Ninea raggiungo il magnifico belvedere di Cozzo del Mangano passando da Serra Cerasia.
Dalla chiesa parrocchiale mi reco sulla strada vecchia per Acquaformosa che, superate delle fontane, al bivio, seguo a destra. Qualche centinaio di metri più avanti svolto lungo lo sterrato (molto battuto) che si stacca a sinistra e risalgo tra i castagni. Al bivio procedo a sinistra, tralasciando la via secondaria che si stacca a destra. Al successivo crocevia viro sempre a sinistra e, al nuovo incrocio, nuovamente a sinistra. Si passa accanto a una stalla e, poco su, tralascio il sentiero che si diparte a sinistra ed entro in un ontaneto.



L'ontaneto di cui si parla nel testo


Dopo di che giro a sinistra lungo il sentiero che inizia a salire lungo la cresta principale di Serra Cerasia, a tratti molto panoramica, da dove è possibile veder le cime de La Mula, de la Muletta e, sul lato opposto, l'affascinante Monte Caramolo. 

La Mula, la Muletta e le Chianette della Tona da Serra Cerasia

Da Serra Cerasia verso sud. A destra M.Cava dell'Oro


La Serra Cerasia. In lontananza i contrafforti sud-orientali di Cozzo del Pellegrino


 Sbuco così sullo sterrato proveniente dalla carrozzabile che dal paese permette di raggiungere il Piano di Lanzo. Proseguo a destra e risalgo nel bellissimo ontaneto che più in alto ancora lascia spazio alla faggeta d'alto fusto e dove iniziano ad esserci tracce di neve. 

Bosco di ontano napoletano


Faggeta lungo la salita per Acqua Marchesano


Supero Piano Acqua Marchesano, il punto in cui la via principale incrocia il sentiero CAI proveniente dal Piano di Lanzo. In alto le magnifiche rocce di Piano di Rose, visibili da molto lontano. 

Le rocce sopra Acqua Marchesano

Piano Acqua Marchesano


L'ascesa prosegue nella faggeta, a tratti vetusta, e poco su il bosco viene interrotto dalla splendida prateria di Piano Pulledro, tappezzata di crochi, quest'anno sbocciati decisamente in anticipo. Ma nei prossimi giorni le nevi torneranno a esser abbondanti e la primavera con i suoi colori tornerà a lasciar spazio al bianco candore e al freddo. 

Faggeta tra Acqua Marchesano e Piano Pulledro, con esemplari vetusti

Crochi

Crochi

Crochi tra le felci secche di Piano Pulledro

Al bivio giro a sinistra. Poco su il manto nevoso inizia ad avvolgere il sentiero e la coltre dura e scivolosa rende alquanto rischioso il cammino.


Il sentiero appena superato il bivio di  Piano Pulledro
 
La Mula innevata

Il sentiero che sale nella faggeta tra Piano Pulledro e il valico di Cozzo del Mangano




Particolare dolina sulla sinistra, situata pochi metri prima del cosiddetto "valico di Cozzo del Mangano", punto in cui il sentiero svolta a sinistra. A destra, invece, la sommità del monte, che possiamo considerare un contrafforte boscoso orientale di Cozzo del Pellegrino.

La dolina, dove la neve può persistere fino a giugno


Inizia ad aprirsi verso nord

Poco su un magnifico panorama si apre in direzione nord: una vista sulle grandi foreste del nord Orsomarso, con le vette che fanno da  corona ai piani di Novacco, di Vincenzo e di Tavolara. Tutto avvolto da un'unica immensa foresta di faggio che in alcuni punti mostra il suo volto vetusto con esemplari molto antichi. 
 
Verso Timpone della Magara e Monte Scifarello. Lontana la Coppola di Paola





In lontananza faggi vetusti



Lontana la vetta di M.Pollino


Le foreste del nord Orsomarso


Da questo punto proseguire oltre si rivela un rischio. La neve è particolarmente scivolosa e senza ramponi risulta difficile e pericolosa la marcia. Inoltre ho già i piedi fradici a causa della non impermeabilità degli scarponi. Quindi deciso di voltarmi. 

La cima di Cozzo del Mangano

La Mula

Al bivio di Piano Pulledro invece di svoltare a destra (per Acqua Marchesano e Serra Cerasia) proseguo diritto lungo la via che viaggia a mezza costa a est di Cozzo del Mangano. 
Bellissima la foresta di faggi lungo codesta pista, caratterizzata anche da imponenti massi calcarei. 








Cammino fino alla radura cosiddetta di "Acqua del Mangano", caratterizzata anche da abeti di rimboschimento.

Spessore del manto nevoso ad Acqua del Mangano

La radura di Acqua del Mangano


Prendo così la via del ritorno. 


Radura tra Piano Pulledro e Acqua del Mangano, con panorama verso sud est. Si vede il Lago Esaro.

Crochi a Piano Pulledro



Faggio vetusto a Piano Pulledro





Verso La Mula e la Muletta





La Scilla silvestre (Scilla bifolia L.), a Piano Pulledro

La Scilla silvestre (Scilla bifolia L.), a Piano Pulledro


Da Serra Cerasia verso La Mula avvolta dalle nubi

Viola


17 maggio 2021: secondo tentativo, fino alla grande prateria di Valle Lupa
 
 Il 17 maggio 2021 è una giornata ventosa sui Monti dell'Orsomarso, a tratti con raffiche molto forti. Non molto idonea quindi per salire su una cima sempre sotto il vento a prescindere, figuriamoci in questa situazione climatica particolare. Mi avvio comunque nel verde intenso di codesta montagna, sferzata dal forte libeccio, per pervenire la bellezza solenne che qui sa di sublime e di arcano.

Decido di partire molto presto e alle 5.55 del mattino sono già nel bosco. 

Contrafforti di Cozzo del Pellegrino

La temperatura non è particolarmente fresca, ma il vento è fortissimo.

Castagni secolari, appena fuori da San Donato di Ninea


Verso il Mar Ionio e il Golfo di Corigliano

La valle del Crati e la Sila

Il Mare Ionio da Serra Cerasia

Monte Caramolo da Serra Cerasia

Il sentiero lungo la Serra Cerasia


Il sentiero di Serra Cerasia

Bosco di ontano napoletano

La Mula da Serra Cerasia

Sul crinale di Serra Cerasia


Da Piano Pulledro

Da Piano Pulledro verso la Catena Costiera

La dolina prima di Cozzo del Mangano


Monte Sirino da Cozzo del Mangano

Le foreste del nord Orsomarso guardando verso la Serra di Novacco

Da valico di Cozzo del Mangano, punto in cui mi son fermato la volta precedente, proseguo in salita nella neve che ancora insiste abbondante a queste quote. Dopo un inverno mite ha preso piede una primavera che ha mostrato il suo lato più estremo. E le nevicate più intense della stagione sono state appunto in aprile, che molto probabilmente è stato il mese più freddo per la montagna calabrese. 
 



Si ripresentano così le condizioni di febbraio, questa volta rese ancor più difficili dal vento, decisamente freddo a tali quote, nonostante si tratti di libeccio. 








La Serra Dolcedorme da Valle Lupa



Nonostante la presenza di tanta neve riesco a salire fino alla grande prateria d'alta quota di Valle Lupa, situata a oltre 1800 metri, con faggi vetusti che ovunque si posa lo sguardo è possibile ammirare, soprattutto ai margini nord-orientali della radura. Mancherà massimo un km di salita per la sommità di Cozzo del Pellegrino, ma affrontare le ripide pendici della fascia più alta con questa coltre nevosa e con le forti raffiche è un rischio che non mi va di correre e quindi scelgo di non proseguire e di ritornare a valle, ma solo dopo avermi goduto questo magnifico scenario montano che si sta svegliando dal sonno di pietra dell'inverno, che qui mostra i suoi denti aguzzi più intensi.
 
Valle Lupa


Faggi vetusti



La magnifica radura in quota di Valle Lupa, guardando verso nord-est.

Da Valle Lupa verso la Serra Dolcedorme, la Manfriana e la cresta dell'Infinito




Guardando verso la fascia sommitale di Cozzo del Pellegrino
 
Faggeta microterma vetusta, a Valle Lupa







Faggi vetusti, Valle Lupa

Faggi vetusti, Valle Lupa
 
Faggi vetusti, Valle Lupa
 
Il margine orientae della radura di Valle Lupa, con faggi vetusti


Verso il Dolcedorme, da Valle Lupa

Belvedere di Cozzo del Mangano, verso M.Pollino

Belvedere di Cozzo del Mangano, verso nord


Cozzo del Mangano

La radura di Acqua Marchesano


Serra Cerasia

La Mula da Serra Cerasia


26 giugno 2021: finalmente in vetta
 
Bandiere sulle montagne non ne porto: sulle cime io non lascio mai niente, se non, per brevissimo tempo, le mie orme che il vento ben presto cancella.
Reinhold Messner

Il 26 giugno, partendo sempre dal paese, mi metto nuovamente in cammino e dalla grande radura di Valle Lupa proseguo lungo il sentiero, nel bosco di faggi che si fa sempre più cespuglioso fino a diradarsi e a lasciar spazio al cupolone sommitale. Via via il panorama si fa sempre più aperto e in cima l'immenso si mostra in ogni spazio si posa la vista. Una vetta forse un po' trascurata rispetto ad altre cime del Parco del Pollino, ma è senza dubbio una meravigliosa montagna situata al centro di un grande polmone verde di foreste che in Appennino mostra in pochi altri settori codesta vastità. Una wilderness verde di faggi dove si innalzano altri cupoloni spogli di vegetazione da dove è possibile scrutare altri luoghi lontani e le alterità di paesaggio che nelle alte quote risultano più evidenti.
Seguenti le immagini dell'escursione. 

Prima di una lunga serie di immagini, scattata alle sei del mattino nel castagneto presso San Donato di Ninea, pendici di Serra Cerasia


Castagneto secolare



Da Serra Cerasia verso i contrafforti di Cozzo del Pellegrino

Da Serra Cerasia verso i monti La Mula e Muletta


Gli strapiombi cacarei di Piano di Rose, riprese da Acqua Marchesano



Tratto vetusto della faggeta tra Acqua Marchesano e il Piano Pulledro


La Mula da Piano Pulledro

Il belvedere di valico di Cozzo del Mangano

Radura tra i faggi a Valle Lupa

Genzianella di primavera (Gentiana verna)



La grande radura di Valle Lupa





Il bosco di faggi che tende a diradarsi per lasciar spazio alla fascia sommitale


Il limite del bosco





Il panorama che si fa sempre più aperto







La dolina a nord della vetta di Cozzo del Pellegrino
 


Dal crinale di Cozzo del Pellegrino verso sud. Tra le cime l'affascinante La Mula

La vetta


La vetta gemella. E in lontananza la costa tirrenica con la cittadina di Scalea



La valle dell'Abatemarco











La Mula

La vetta ufficiale



La valle dell'Abatemarco







Valli del Crati ed Esaro

Il nord Orsomarso con la cima di Monte Caramolo. Più in lontananza le cime del Massiccio del Pollino











La dolina a nord della vetta




La dolina




Si ritorna nel bosco



La radura di Valle Lupa


Da San Donato di Ninea a Piano Campolongo per l'alta valle del Grondo (Monti dell'Orsomarso) - 29 giugno 2021

  Dalla confluenza detta (confluenza di un torrente che nasce nei pressi del Piano Ferroncino), continuando a seguire il fiume Grondo verso ...