30 dicembre 2012.
Per concludere l’anno in
bellezza decido di immergermi in uno dei grandiosi boschi nei dintorni di Serra
San Bruno. Sono circa nove mesi che frequento assiduamente le sterminate
foreste del massiccio serrese e, nonostante tutto, richiamano costantemente la
mia attenzione. Sono boschi talmente incantevoli che l’occhio non vorrebbe mai
sradicarsi dalla loro maestosa scenografia. Nonostante la magnificenza di tali
montagne (di boschi, pochi i panorami) di escursionisti nemmeno l’ombra. Quando
qualcuno viene scrutato con due bastoncini o con una macchina fotografica, risulta
quasi scambiato per un pazzo alla ricerca del nulla. In genere in queste zone
si va nei boschi per raccogliere funghi o per cacciare, laddove è possibile.
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LA CARTINA
Alle 7.30 sono già in rotta. L’inizio
del sentiero è nei pressi della Certosa, lungo il viale che porta a Santa Maria
del Bosco, nella periferia sud di Serra San Bruno.
Transito per una radura contornata
da abeti bianchi (Abies alba), castagni (Castagnea sativa) e, addirittura, da
larici (larix decidua).
Larici (Larix decidua)
Larici
Penetro così in un
lussureggiante bosco di abeti e castagni. È presente un po’ di foschia e ciò
rende il bosco ancora più magico. Qua e la abeti bianchi secolari. Inoltre vedo
la presenza di qualche abete rosso (Picea abies).
Bosco di abeti bianchi e castagna
Abetina
Castagneto
Il sentiero che procede nel bosco
Castagni e abeti
L’abetina
presto diventa la protagonista assoluta e sviluppa un bosco davvero bellissimo,
nordico e tenebroso.
Abeti bianchi
Abetina
Grande abete bianco
Qualcheduno
avrebbe sgomento a stare isolato in tale realtà forestale, frequentata da
cinghiali, da qualche lupo, volpi, ecc. Io, invece, mi sento nel fiore della
finezza ed è uno stupore perpetuo andare avanti a scoprire tale avvenenza.
Abetina
Bosco di abete bianco
Bosco di abete bianco
La
brezza gelida fa strillare gli abeti bianchi creando un piacevolissimo sonoro,
mentre la resina produce il loro aroma peculiare. Più avanti si mischiano anche
il faggio (Fagus sylvatica) e il pino laricio silano (Pinus nigra laricio) e congiuntamente
formano una foresta mista dal valore ecologico davvero rilevante.
Pini larici
Nei pressi di località
Michelina, per un tratto, il pino laricio diventa specie unica e pura, ma a
ovest dell’appena citata località, nel lato tirrenico del crinale (la linea di
cresta Michelina – Colla del Monaco, ecc, rappresenta lo spartiacque fra
versante ionico e tirrenico) l’Abies alba torna re del bosco con qualche faggio
isolato.
Bosco di pino laricio con edera arrampicante presso Michelina
Bosco di pino laricio presso Michelina
Abetina pura a ovest di Michelina
Tronchi di abete e foglie secche di faggio
Abetina e foglie di faggio a ovest di Michelina
Foglie secche di faggio
Edera su tronco di abete bianco
Fa freddo e il venticello
presente fa percepire una temperatura più bassa. Alle 11.30, a 1050 metri, ci
sono ancora 0 gradi. Be, siamo in montagna e tale rigidità qui è normalità. Manca
solo la neve che, come ho detto, ha fatto la sua comparsa un paio di volte a
inizio dicembre, macchiando di un leggero manto bianco i boschi e le vallate
delle Serre, Serra San Bruno compresa. Ora dama bianca insiste solo nelle zone
più alte di tale massiccio, sopra i 1200 metri.
ALTRE FOTOGRAFIE
Edera su abete bianco
Abeti bianchi. Quello a sinistra è un abete rosso.
Il sentiero tra gli abeti
Castagneto
Castagneto
Castagneto e abeti
Alle 14.30 finisce la mia
camminata.
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