giovedì 12 settembre 2019

Anello dalla Lacina al Vallone Mula (Monti delle Serre) - 5 novembre 2017

5 novembre 2017

Nuova escursione autunnale in solitaria, questa volta sui Monti delle Serre, tra i comuni di Brognaturo e di Stilo.
La lunga camminata di questa giornata è un toccasana di colori caldi e accesi autunnali, che anche sulle Serre si mostrano stupefacenti e si esibiscono in paesaggi già incantevoli a prescindere, ma che il foliage arricchisce di magnificenza con le classiche pennellate peculiari di codesto periodo dell'anno.
Mi trovo alla Lacina di Brognaturo e intraprendo un'escursione nel cuore del Bosco di Stilo.
Seguente la mappa del percorso. 


Cliccare sulla mappa per ingrandirla

Posteggio la macchina presso il cancello dell'Hotel Lacina (A) e mi incammino a destra (provenendo da Brognaturo) lungo la strada asfaltata che, dopo una costruzione abbandonata, si immerge nel bosco di faggi. Alla fine del rettilineo, dopo il già superato moderno rudere, un sentiero si stacca a sinistra (B) e raggiunge in poco tempo il greto di un ruscello. La via, adesso una sterrata, procede in salita decisa, nel magnifico bosco di faggi con rinnovazione di abete bianco. L'area prende il nome  "il Petrosello".




Guado un piccolo ruscello di montagna e procedo a mezza costa nella bella faggeta e,  dopo qualche centinaio di metri, al bivio (C), svolto a destra, in salita, per pervenire, nel giro di qualche mezzora, il crinale della dorsale principale nei pressi della radura Pomara.













Al bivio (D) vado a sinistra, lungo la radura, e nel punto in cui la via principale ritorna nel bosco, giro a destra (E) e seguo, in discesa, tracce di sentiero che anch'esse si immergono nel fitto del bosco. La discesa si fa via via più ripida e pervengo la forra del torrente Macchinante. La poca acqua presente lungo il corso di codesto affluente della Fiumara Assi la dice tutta sul fatto che ancora le piogge non sono state sufficientemente abbondanti dopo la siccitosa estate da record senza precipitazioni che ormai è un ricordo ma che ha lasciato ovunque il segno. 




Risalgo la pendice opposta, seguendo sempre le tracce di mulattiera che più su si trasformano in uno sterrato,  all'interno di un bosco dai colori stupendi. 












Al bivio (F) procedo diritto tralasciando la via a sinistra in discesa.


Al successivo incrocio (G), dopo aver superato un masso di granito a sfera, punto a sinistra e viaggio oramai a mezza costa lungo le pendici nord del crinale di Colla dei Pecorari. 








Il sentiero a mezza costa a nord del crinale di Colla dei Pecorari

In alcuni punti, nella folta vegetazione, è possibile osservare fino al Lago della Lacina. 



Al bivio (H) svolto a destra, nel mentre in cui si inizia a scendere. Poco più avanti il sentiero si restringe fino a perdersi completamente nel fitto dei faggi. 

La via oramai trasformata in un sentiero poco evidente






Punto direttamente in direzione della sommità boscosa della Colla dei Pecorari, che raggiungo nel giro di pochi minuti. Dopo di che proseguo sempre verso sud, scendendo sul versante rivolto a mezzogiorno, e mi infilo sulla stradina a fondo naturale di crinale, che seguo a sinistra (I) e che inizia a calarsi lievemente in direzione est. 

Lungo il crinale di Colla dei Pecorari

Superato il grande masso di granito a sinistra, al bivio (L) procedo a destra, lungo un largo sentiero che si mantiene in piano, tra faggi e radure. 
Rispetto al versante nord della Colla dei Pecorari e dell'area della Pomara, è possibile notare, nel giro di pochissima distanza, un clima  decisamente più mite e secco. E anche la vegetazione risente di questa situazione termofila e il sottobosco si arricchisce di agrifoglio, pungitopo e addirittura di qualche leccio. Questa difformità si fa notare anche dalla colorazione dei faggi, ancora abbastanza verdi e con un foliage ancora poco accentuato.

Monte Pecoraro




Al crocevia (M) vado a sinistra, in discesa, attraverso una via quasi completamente ricoperta da arbusti. Infatti l'area è abbastanza scoperta, fuori dal bosco, tagliato parecchi anni fa, al cui posto si è imposta una macchia costituita da felci, rovi e altre specie infestanti. In alcuni punti è possibile osservare superbi scorci panoramici verso i rilievi circostanti ricoperti dalla foresta e, verso sud-est,  le acque dello Jonio si uniscono alla visione generale e creano un tutt'uno che nella nostra regione si verifica spesso, raro in altre realtà dell'Italia. 




I panorami si alternano a magnifici tratti di foresta.




Presenti anche castagni secolari, querce e pini neri.


Grande castagno






Sbuco così su una via che viaggia a mezza costa lungo le alture di sinistra del torrente Mula e che seguo a andando a destra (N). Mi trovo nel cuore del bosco di Stilo, uno dei luoghi più solitari delle Serre.




Sparsi in una realtà forestale costituita in maggioranza dalla faggeta anche la presenza di rimboschimenti di pino nero silano. 
Improvvisamente il bosco lascia spazio ad un'ampia veduta verso i monti che stanno sull'altra sponda del Mula, ricoperti da un'unica meravigliosa selva di faggi e di conifere. 

Il Vallone Mula



E' un gran peccato che questo luogo non sia conosciuto e ammirato da alcuno nell'ambito del turismo montano-escursionistico. La grande bellezza rimane così invisibile agli occhi dei camminatori cercatori del meraviglioso e i primi a ignorare le potenzialità di queste montagne sono proprio gli abitanti  e i governanti dei centri vicini, Serra San Bruno in primis, che non riescono a cogliere questa bellezza e dunque a pensare che tutto questo potrebbe attirare dei visitatori e quindi a contribuire allo sviluppo di queste martoriate aree interne della Calabria serrese. La Selva Nera tedesca è famosa in tutto in mondo e da ogni continente arrivano escursionisti e cercatori del bello pronti a immergersi nei boschi di abeti e faggi di quell'area a sud-ovest della Germania. Le grandi foreste dei Monti delle Serre non hanno nulla di subalterno e di meno attraente rispetto alla selva del Baden-Wurttemberg appena detta, anzi, qui da noi esiste una biodiversità che altrove neanche vagheggiano, una bellezza che gli abitanti del luogo non riescono a scorgere e quindi è dato in sorte a rimaner nell'ombra fino a quando qualche amministratore deciderà di portarci le ruspe e le motoseghe per rubare questa meraviglia al suo habitat col  semplice scopo di far entrare nelle casse dell'ente locale qualche spicciolo.    Importante per l'economia della zona "non è lo sfruttamento delle risorse naturali, come qualche politicante vorrebbe realizzare, ma la salvaguardia delle foreste e degli ecosistemi in genere".  
***
Rimango un pezzo ad osservare questo panorama di foreste ora così meravigliosamente tinte di codeste sfumature calde e accese come lucerne solari. Rientro nel bosco e al bivio vado a destra (O), proprio all'interno di un rimboschimento di pino nero silano. Inizia così la salita per il crinale di Colla dei Pecorari, lungo un sentiero sempre immerso nella magia autunnale del bosco. 



Mi fermo pochi minuti a consumar la colazione. E' già parecchio tardi e devo fare pure in fretta visto che fa buio presto.
Dopo pochi minuti mi rimetto in marcia e pervengo l'area sommitale della dorsale (P). Tralascio lo sterrato di cresta e mi inoltro liberamente sul lato nord rispetto al crinale, dove, nel giro di qualche centinaio di metri, ritrovo la via che viaggia a mezza costa poco a nord della linea di dorsale, sentiero già fatto in andata. Vado avanti a sinistra (Q)






Mi affretto così a ritornare al punto di partenza.


Vallone Macchinante

La Pomara

Giungo alla Lacina nel mentre in cui le luci di questa bella giornata si sostituiscono al buio della sera. 

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