venerdì 25 dicembre 2020

Escursione da San Donato di Ninea a Piano di Rose per il costone di Serra Cerasia (29 giugno 2020) - Monti dell'Orsomarso

Il borgo di San Donato di Ninea è diventato noto nel corso del tempo per la qualità delle sue castagne e dunque per la sagra dei prodotti tipici che si svolge nel mese di novembre. Ma la gastronomia non basta per la crescita turistica di un territorio e il degrado purtroppo non manca: gran parte del paese è in stato di abbandono nell'indifferenza generale della popolazione, per non parlare dei monti circostanti, privi di qualsivoglia controllo da parte di chi dovrebbe provvedere alla salvaguardia della natura. E siamo in un Parco Nazionale. Addirittura c'è chi si procura la legna prelevando abusivamente risorse alla montagna, nuocendo gravemente alla biodiversità di questi immensi scenari naturali che caratterizzano i Monti dell'Orsomarso. Siamo all'ingresso di una delle aree wilderness più vaste d'Italia, dove le foreste sono immense e la fauna appenninica è abbondante. Dal punto di vista escursionistico c'è tanto da fare e non son di certo esigui i visitatori che praticano escursionismo tra le selve e le cime dei monti. Sono rarissimi però coloro che decidono di inerpicarsi dai sentieri che si dipartono dal paese stesso. Certo, si allunga di molto, ma è affascinante vedere come cambia, per esempio, il paesaggio vegetale, che da alto collinare, quindi castagni, roveri, ecc., (San Donato ha una quota di 750 metri circa) muta via via salendo di altezza a montano e alto-montano appenninico. 
Giorno 29 giugno 2020 raggiungo la radura di Piano di Rose, a 1480 metri circa (importante crocevia di sentieri che permettono di raggiungere varie località dell'Orsomarso tra cui la sommità di Cozzo del Pellegrino), attraverso il costone di Serra Cerasia. Si tratta di un sentiero oramai in stato di abbandono, con i rovi che pian piano stan chiudendo la via e dove, a breve, non sarà più possibile nessun passaggio. Percorso sconosciuto dai hikers e decisamente remunerativo per le visuali che è possibile ammirare.


Dalla piazza centrale del paese mi incammino in Corso Domenico Martucci, Via XXIV Maggio, Via Aldo Moro e Via Fiume. Seguo il lungo rettilineo dal quale è possibile osservare i contrafforti sud-orientali di Cozzo del Pellegrino. Si notano già gli strapiombi rocciosi situati poco sopra Piano di Rose, il punto di arrivo della gita. 

 




Al bivio proseguo a destra, lungo la strada che, se venisse ripristinata,  permetterebbe di raggiungere Acquaformosa.

 




Tutt'intorno immensi castagni sparsi con un sottobosco ricco di felci e ginestre in fiore. Poco più avanti, proprio nel punto in cui la strada asfaltata gira a destra,  uno sterrato (A) si stacca sulla sinistra in salita lieve.

 



Mi inserisco in codesta via tra mille dubbi. Non ci sono informazioni a riguardo, nessun itinerario scritto in nessun supporto e le mie intuizioni sul tracciato da seguire sono solo il frutto di uno studio approfondito delle mappe, tra cui l'insostituibile I.G.M. 1:25.000. 
Pochi metri su una leggiadra presenza inaspettata: un capriolo autoctono dell'Orsomarso si accorge della mia presenza e fugge tra i castagni. Il paese è a meno di un chilometro e già è possibile notare tali presenze che testimoniamo il fatto che la dorsale del Pellegrino è una delle aree della montagna italiana più ricche di fauna, al pari dei monti situati tra la Marsica e la Ciociaria.  
Percorso in costante salita e da alcuni scorci è possibile notare il paese di San Donato sempre più  lontano e in basso. 
 



Tutt'intorno immensi castagni. Molti di essi però ormai privi di  qualsivoglia resina vitale e quel che rimane è solo lo scheletro di quelli che erano dei colossi vegetali che per tanti anni hanno sfamato generazioni di persone con i loro frutti pregiati.  

Castagneto

Da una radura si apre verso le due grandi vette de La Mula e della Muletta. 




Ai bivi seguo sempre la via principale che svolta ogni qual volta a sinistra (B-C-D). Si alternano di continuo macchie di castagneto secolare e radure panoramiche. All'ennesimo crocevia punto a sinistra (E) lungo una via in apparenza secondaria, che viaggia lungo la linea di crinale di Serra Cerasia, a tratti decisamente panoramica.  






Dal crinale di Serra Cerasia verso La Mula e la Muletta

La Muletta

San Donato da Serra Cerasia

La Valle dell'Esaro da Serra Cerasia

Da uno scorcio è possibile notare anche la vetta di Monte Caramolo, situata nel comune di Saracena.

Si può notare M.Caramolo, al centro della foto

Sul lato opposto (sud-ovest) si mostrano invece affascinanti le vette dell'Orsomarso centro-meridionale, con le vette de La Mula e della Muletta. 


Vediamo gli strapiombi rocciosi del Piano di Rose avvicinarsi


Oltre i 1000 metri il castagno lascia spazio a bellissimi boschi di ontano napoletano. 




Radura (1180 m) lungo il crinale di Serra Cerasia

Presente anche qualche rimboschimento di abete douglas. 



Al bivio (F) proseguo a destra, lungo uno sterrato proveniente dalla strada montana che da San Donato porta al Piano di Lanzo. 





Da alcuni scorci è ancora possibile guardare il paese, sempre di più un piccolo presepe alle falde del verde di codesti monti così pieni di sole. Più o meno ho raggiunto la quota di 1200 metri. 



Gli ontani napoletani, che in questo versante salgono parecchio, lasciano via via la scena alla faggeta microterma, caratterizzata anche da esemplari notevoli, eredi delle antiche foreste vetuste preesistenti ai massacranti tagli novecenteschi da parte di società forestali come la SO.FO.ME, che anche sull'Orsomarso ha dato il peggio di se per quanto concerne lo sfruttamento delle risorse forestali. 


Riserve forestali eredi delle antiche foreste 

Si continua a salire con pendenze mai eccessive all'interno di una faggeta sempre più bella. 



Arrivo così al Piano di Rose.


La via che prosegue verso nord e che permette di raggiungere Cozzo del Pellegrino



Gli strapiombi rocciosi visibili anche da lontano




Effettuo il ritorno dallo stesso percorso di andata. 







Di nuovo il M.Caramolo, da Serra Cerasia

Da Serra Cerasia

Verso la Piana di Sibari, da Serra Cerasia


San Donato di Ninea da Serra Cerasia 

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