sabato 21 gennaio 2017

DAI PIANI DELLE TRIARIE ALLA VECCHIA CASERMA FORESTALE DI LATR0' (Monti delle Serre) - Dicembre 2016

Escursione magnifica in solitaria dai Piani delle Triarie alla vecchia caserma forestale di Latrò, nella parte orientale montana del comune di Arena. Zona decisamente eccezionale, poco frequentata, integralmente rivestita da una superba faggeta termofila, ricca di pungitopo, agrifoglio ed edera rampicante.
Non era prevista codesta escursione, ma dovevo tornare nella zona di Faggio di Ceronte, per pervenire la caserma di Jocà. Ma ho dovuto cambiare programma all'ultimo momento in quanto la strada di avvicinamento, la provinciale che porta a Fabrizia da Serra passando per i Piani delle Triarie, è diventata impercorribile con una semplice automobile. Ho dovuto fare inversione di marcia ... la strada è praticamente distrutta. Un territorio quello delle Serre destinato ad andare sempre più indietro. Nessun turismo è realizzabile con delle arterie così. Complimenti veramente ai nostri politici, i veri responsabili di questo disastro, insieme all'omertà e al menefreghismo dei calabresi che abitano queste zone. Poi ci lamentiamo quando  al nord dicono che siamo diversi. Ma è la pura verità. In una realtà civile codesta situazione non sarebbe accettabile. Ma  qui tutto succede e gli abitanti del posto contribuiscono, per esempio abbandonando rifiuti nell'ambiente naturale delle montagne e anche nei centri abitati, nella distruzione della bellezza che in altri posti lontani ci invidiano. 
Ci sarebbe tanto e tanto da scrivere riguardo alle questioni che non vanno in questa terra. Ma credo che non sia questa la sede per ciarlare di politica e di colpe dirette e indirette che nessuno è capace di prendersi. Lasciamo da parte qualsivoglia polemica e parliamo della magnificenza del percorso che ho fatto in questa escursione tardo-autunnale. 
Seguente la mappa topografica. 

LA MAPPA RELATIVA AL PERCORSO

Lascio la macchina lungo il rettilineo poco dopo aver superato il bivio andando verso Fabrizia. Proprio all'inizio di una lieve discesa, sulla destra della carreggiata, si stacca un apparente sterrato (l'area, da Serra San Bruno, si raggiunge seguendo l'ex SS 110 verso Monasterace. Al bivio per Arena andare a destra. Dopo qualche km c'è il già detto bivio per Fabrizia. Si svolta a sinistra. Pochi metri dopo si arriva nel punto delle due sottostanti foto).


Queste 2 foto sono state scaricate da google maps e indicano il sentiero che si stacca dalla strada asfaltata per Fabrizia. Le foto sono minimo 4 anni fa e la SP era ancora in buone condizioni.




Dopo pochi metri lo sterrato si sperde nella superba faggeta. Siamo a 1000 metri, proprio sullo spartiacque tra il versante ionico (Valle dell'Allaro) e quello tirrenico (Arena). Mi incammino liberamente nel bosco, in discesa, tra faggi spettacolari, alla ricerca di uno dei rami sorgentizi che più a valle prende il nome di Torrente Latrò.





Le foglie dei faggi son tutte precipitate nel sottobosco, ma nelle parti più riparate dai venti rimane ancora qualche sfumatura rossastra a rendere ancor più magico il contesto selvoso.




Poco sotto appare la torbiera, ricca d'acqua, che più avanti si trasforma in un vero e proprio torrente. Anche i fianchi della valletta si fanno via via più chiusi e ripidi, quasi come una forra, sempre tra grandi faggi. Il sottobosco di arricchisce di specie termofile, con molto pungitopo. Inoltre i mastodontici tronchi vengono decorati da edera rampicante, che in alcuni casi ricopre completamente le pareti di codesti fusti montani che si arricchiscono di mediterraneità, con la quota che viene ad  abbassarsi. Infatti siamo già sotto quota 1000. 


Cammino seguendo la sponda sinistra del nascituro torrente, fra tracce di sentiero. Qualche centinaio di metri più avanti vado sull'altra sponda e proprio in questo punto il tracciato, contraddistinto da una inutile staccionata, inizia a scendere ripidamente, sempre a fianco del torrente, che si lancia verso il basso anche con magnifiche cascatelle. 




E' inutile ripetere quanto è bella questa foresta di faggi. C'è un solo problema, non siamo dentro il Parco Naturale Regionale delle Serre. L'area non è sottoposta ad alcun vincolo e la mia paura, come ho già scritto in un altro post qualche anno fa, è che possa essere fatto fuori, per ordine e idea di qualche politico locale, l'incanto meraviglioso in argomento. 





Il fondovalle si fa poi più pianeggiante. Il torrente scorre decisamente più impetuoso, visto che riceve anche alcuni tributari secondari. 




Arrivo così alle falde del costone dove è posizionata la Caserma Latrò, proprio nel punto in cui c'è la confluenza dei due torrenti principali del Fosso omonimo. Risalgo il costone tramite sentiero ed eccomi ai ruderi della costruzione forestale, avvolta dalla selva. Siamo a quota 923. 












La faggeta intorno alla caserma



La bellezza di questo posto è difficile da raggiungere con le parole. L'armonia è avvolgente. Si fa nota solo il torrente sottostante e il fruscio della brezza che muove i ramoscelli degli alberi. Tutt'intorno solo magnifici faggi, solo la melodia della natura, che in questo luogo ameno si percepisce davvero selvaggia, con l'assenza di ciò che potrebbe disturbare questo tutto sublime. Vorrei che questo momento durasse per sempre. 


Dai ruderi di questa caserma immersa in questa meraviglia selvaggia mi rimetto in marcia, questa volta verso monte, per tornare al punto di partenza. Seguo per circa un km il sentiero di andata, dopo di che risalgo liberamente il costone a sinistra del fosso, sempre all'interno di questa portentosa faggeta. 






Seguito in direzione nord-est. La salita dapprima è decisamente ripida, ma poco su la pendenza si fa decisamente più dolce, alternandosi anche a delle brevi discese. 




Presente anche qualche abete bianco, tra i quali esemplari molto grossi. Inizia ad esserci anche un cospicuo rinnovamento naturale di questa specie.



Ma i primi attori della scena rimangono i faggi, sempre straordinariamente belli. Anzi, lo sono ancora di più in questo tratto a nord del percorso fatto all'andata. Le caratteristiche di questo bosco mi fanno pensare alla Foresta Umbra garganica, che ebbi modo di visitare nel novembre del 2015. 










Pervengo nuovamente così la zona delle torbiere. Praticamente è la fine di questa magnifica uscita domenicale. Seguenti le immagini lungo la SP del Piano delle Triarie. 




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