venerdì 30 maggio 2014

AL BOSCO DI STILO DALLA LACINA CON L'AMICO BEAGLE (Monti delle Serre, Calabria) - 18 maggio 2014

18 maggio 2014
Quella di questa giornata di maggio è certamente un'escursione speciale, non tanto per la magnificenza dei posti, quanto per la compagnia di una creatura eccezionale, un beagle escursionista in cerca di amicizia e affetto. 
La mia escursione, con partenza dalla Lacina di Brognaturo, prevede di superare la radura Tre Ponticelli, dunque raggiungere la via che, dopo un paio d'ore dall'appena detta  località, perviene la reggia borbonica di Ferdinandea. Una lunga camminata primaverile nel Bosco di Stilo che è solo il primo capitolo di future traversate.
Alle 7 del mattino arrivo alla Lacina di Brognaturo. Parcheggio la mia panda (a quota 1030 m) poco dopo le ultime costruzioni venendo dall'hotel Lacina (al bivio, di fronte all'hotel, ho girato a destra), in un rettilineo, nel fitto di una faggeta, nel punto in cui, sulla sinistra, si stacca una mulattiera. 

LA CARTINA

Dunque imbocco quel sentiero che, in brevissimo, scende sulle sponde di un ruscello. Raggiungo un'area pic-nic, in un superbo bosco di faggi, dalla quale si inizia a salire di quota.   

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La faggeta nei pressi dell'area pic-nic

Poco in alto il faggio rimane la specie dominante, anche se la selva perde un po' della sua bellezza, a causa di recenti interventi forestali. Si alternano salite e tratti in piano. Sulle carte la zona è segnata come Il Petrosello

La faggeta poco sopra l'area pic-nic, che perde un po' di bellezza


La faggeta intorno Il Petrosello


Scorcio verso il Monte Trematerra

Al bivio vado a destra, ad angolo acuto, in decisa salita, in un sentiero che si immerge in una selva sempre più bella, caratterizzata da alti faggi e da un foltissimo rinnovamento naturale di abete bianco. Proprio in questo punto vengo raggiunto da un beagle, che inizia a seguirmi verso il lungo cammino.  


Il beagle è una razza canina piuttosto antica: già nel secolo XIII veniva menzionata in alcuni poemi. Fu la specie prediletta di Elisabetta I. 
Noto subito che ha fame. Tolgo quindi dallo zaino un po' del mio pranzo e lo do molto volentieri all'animale dagli umani sguardi di dolcezza. 
Quindi ci mettiamo insieme in cammino. Direzione sud attraverso il Costone Schimen, in una bellissima foresta. 

Il sentiero lungo il Costone Schimen. Vediamo il beagle che mi precede lungo la salita

Il sentiero tra i faggi e il rinnovamento di abete lungo il Costone Schimen


Il bellissimo bosco lungo il Costone Schimen

Vedo con molto dispiacere che alcuni degli alberi più belli di tale settore di foresta sono martellati come da abbattere. Pare che il comune di Brognaturo voglia racimolare una miseria distruggendo le grandi beltà che si nascondono sulla sua montagna. E' davvero spiacevole trovarsi di fronte a un magnifico esemplare di faggio sapendo che tale creatura verrà presto spazzata via da una motosega. Mi chiedo come operare per difendere tale patrimonio. E' molto difficile, specialmente quando si è soli, a combattere siffatta battaglia. Facebook è la mia poesia sono i miei strumenti. Ma al di la del lavoro intellettuale, non so dove cominciare. Le associazioni ambientaliste calabresi (wwf, Legambiente, Italia nostra, ecc) sono impegnate a fare altro e i boschi delle Serre rimangono nell'ombra ad aspettare un futuro incerto fatto di resina che scola a matrice di una lama che trafigge in maniera silenziosa e che il sottoscritto è l'unico a sentirne i colpi che massacrano. E' questa la motivazione che mi spinge a rimanere fuori dalle associazioni ambientaliste, dove bisogna sedersi a una sedia e operare per delle verità che il leader di turno impone come argomentazioni da difendere. Non parliamo poi dei club escursionistici, che al giorno d'oggi si vengono a formare come funghi, ormai trasformati in aggregazioni per abbuffate alla slow food e di chiacchiere a scopo di divertimento. E la montagna? Perde i suoi pezzi migliori. 

Uno dei magnifici faggi destinati all'abbattimento. Alla base, sulla sinistra, si nota la martellata

Uno degli alberi destinati all'abbattimento

La magnifica foresta lungo il Costone Schimen. Sulla sinistra vediamo un bel faggio, martellato, destinato, appunto, all'abbattimento (Siamo a quota 1200 m)

Lungo il sentiero del Costone Schimen, una bella pietra (Il Dente solitario), che ricorda quelle del Bosco Archiforo, appare sulla sinistra, avvolta da una selva che diviene sempre più mista, con abeti bianchi più presenti nella scena, ora anche con esemplari adulti.

Il Dente solitario lungo il Costone Schimen

Il Dente solitario lungo il Costone Schimen

Verso la radura Pomara

Raggiungo così la Radura Lunga delle Albe Luminose (o Pomara), situata a 1242 m, circondata da grandi abeti e faggi, con alberi di mele. Nella stagione estiva è completamente ricoperta dalle felci. 

Radura Lunga delle Albe Luminose 


Nei pressi della Radura Lunga delle Albe Luminose 

Attorno la Radura Lunga delle Albe Luminose 


Abeti bianchi presso la Radura Lunga delle Albe Luminose 

Radura Lunga delle Albe Luminose 

Strano abete presso la Radura Lunga delle Albe Luminose 

Alla Radura Lunga delle Albe Luminose 

Al bivio vado a destra. Procedo in una strada bianca, abbastanza battuta, che penetra nuovamente nel bosco. Ovunque si stagliano grossi abeti bianchi. Si alternano salite e lunghi tratti in piano. Al bivio, con il Sentiero Italia, vado a sinistra. Subito dopo un nuovo incrocio (Radura del Trivio - quota 1277 m), dove giro a destra (diritto si procede per la Colla dei Pecorari).

La foresta tra la Radura delle Albe Luminose e la Radura del Trivio

La foresta tra la Radura delle Albe Luminose e la Radura del Trivio

La foresta tra la Radura delle Albe Luminose e la Radura del Trivio

La sterrata comincia a scendere di altezza. Nella selva abeti sempre più grandi. La parte ovest del crinale principale rappresenta l'estrema zona nord del Bosco Archiforo. Infatti l'abete bianco è diventato dominante sul faggio, con le caratteristiche tipiche del bosco serrese per eccellenza. 


Un abete straordinario

La foresta tra la Radura del Trivio e il Passo Croce di Panaro

Il Sentiero Italia, in discesa verso Passo Croce di Panaro

Base di un abete

Fioriture di selva

Lungo la discesa un altro spazio soleggiato tra faggi e abeti, la Radura delle Felci della Croce di Panaro (quota 1200 m circa), molto solitaria, ancora spoglia delle sue felci, ma che a breve riempiranno il suo fondo di un tappeto verdissimo. Per poterla osservare mi allontano, ma di poco, dal sentiero maestro.

Nei pressi della Radura delle Felci della Croce di Panaro

La Radura delle Felci della Croce di Panaro

Presso la Radura delle Felci della Croce di Panaro

Presso la Radura delle Felci della Croce di Panaro

Magnifico scorcio del bosco presso il Passo Croce di Panaro

Ai numerosi bivi seguo sempre i segnali bianchi e rossi del Sentiero Italia. A quota 1135 termina la discesa. Ormai siamo in pieno Bosco di Stilo, nella parte orientale della cresta protagonista, nei territori demaniali di Stilo.

Bosco di Stilo

L'atmosfera è davvero mistica. Mi fermo ad ascoltare le voci che ovunque si danno spazio nella montana foresta:  i cuculi annunciano la loro presenza dall'alto; vicino scorre il torrente, che arricchisce di effervescenza questa opera artistica della natura, che si ammira con gli occhi e che si fa ascoltare contemporaneamente.

Bosco di Stilo


Bosco di Stilo

Torrente Mula

Bosco di Stilo, sulle sponde del Torrente Mula

Giungiamo così ai Tre Ponticelli, uno spiazzo, dall'aspetto decisamente alpino, circondato da scuri abeti e da faggi, con i ruderi di una casermetta forestale. 




La Radura Tre Ponticelli

Procedo per circa 1 km ancora. Dopo di che mi fermo. Andando oltre, in circa due ore, si arriva, come già detto, alla Ferdinandea, base per numerose escursioni, una di queste per le Cascate di Marmarico.

La base di due abeti bianchi, nel Bosco di Stilo


A scrutar il verde

Faccio una breve pausa e, insieme al beagle, consumiamo il pranzo. Riempio l'amabile creatura a quattro zampe di carezze, che se le fa dare davvero con molto piacere. 








Non si stanca mai



Ci rimettiamo allora in cammino. 

Un oceano di verde

La Radura dei Tre Ponticelli


Alla Radura dei Tre Ponticelli

Grosso abete bianco, nel Bosco di Stilo




Bosco di Stilo

Bosco di Stilo

Bosco di Stilo

Bosco di Stilo

Lungo il crinale presso il Passo Croce di Panaro

L'antico Passo Croce di Panaro

Radura delle Felci della Croce di Panaro


Radura delle Felci della Croce di Panaro

Abeti e faggi presso la Radura delle Felci della Croce di Panaro

Aghi di abete bianco

La Radura delle Felci della Croce di Panaro

Presso la Radura delle Felci della Croce di Panaro

La Radura delle Felci della Croce di Panaro

La Radura delle Felci della Croce di Panaro

Aghi di abete bianco

In lontanana il beagle che mi osserva

E' come se il cane, ad un certo punto, mi dicesse "fermiamoci un po' che sono esausto". 




La Radura delle Felci della Croce di Panaro

Manca qualcuno, però!

Eccolo, arriva

Grande abete bianco lungo la salita per la Radura del Trivio

La parte più a nord del Bosco Archiforo

La parte più a nord del Bosco Archiforo (lato ovest del crinale principale)

Eccoci arrivati alla Radura del Trivio

Lo sterrato fra la Radura del Trivio e la Radura Lunga delle Albe Luminose
I

La Radura Lunga delle Albe Luminose

La Radura Lunga delle Albe Luminose

La Radura Lunga delle Albe Luminose

La Radura Lunga delle Albe Luminose

Grande faggio


Il beagle attende che faccia la foto

La faggeta lungo il Costone Schimen

Base di un tronco di faggio 

La faggeta presso il Petrosello

Fioritura di viole

TEMPO DI PERCORRENZA: 7 ORE A/R
DIFFICOLTA': E


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