Oggi è la volta di una delle cime più leggiadre dei Monti dell'Orsomarso: il Monte Caramolo, la montagna di Saracena, che dalla valle del Coscile giunge alla vista imponente quasi al pari delle più elevate vette dei vicini Monti del Pollino: la Serra Dolcedorme dista solo qualche chilometro in linea d'aria a nord-est. Sono con l'amico Emilio e la nostra escursione prevede di salire sul Caramolo dal Piano di Novacco, che si raggiunge affrontando, da Saracena, la strada montana (inizia alla fine del paese nei pressi di una scuola elementare) che dopo 18 km di strada tortuosa fa approdare nella bellissima prateria circondata da maestosi rilievi inondati da un'unica immensa foresta di faggio.
Lasciamo la macchina al bivio per il rifugio. Ci portiamo in direzione sud e, all'incrocio, come indicano anche le tabelle del CAI, ci muoviamo a sinistra, e penetriamo subito in una bella faggeta, caratterizzata anche da esemplari monumentali.
Salita costante e mai troppo in pendenza, almeno fino al bivio, dove giriamo ancora una volta a sinistra, tralasciando la via principale (non segnata) per Timpone della Magara.
Poco avanti la vegetazione si fa più rada e il sentiero più complesso per via di un terreno decisamente scivoloso. A sud si apre una magnifica vista in direzione delle grandi selve di faggio a nord di Cozzo del Pellegrino.
Prima di addentrarci nel bellissimo pianoro di Scifarello, volgiamo lo sguardo nel verso contrario rispetto alla nostra direzione di marcia e scrutiamo con stupore uno dei panorami più belli ed emozionanti della montagna calabrese: il Piano di Novacco, posto nella vallata, e tutt'intorno un eminente scenario forestale, la Serra di Novacco, e via dicendo. A nord-ovest si intravede lontana una vetta sgombra di vegetazione: il Monte Palanuda, una delle cime più nascoste dell'Orsomarso, forse anche la più misteriosa.
In lontananza, a sinistra rispetto al centro della foto, notiamo la cima spoglia di vegetazione di Monte Palanuda
Sopraggiungiamo nella prateria del Piano Scifarello, la quale mi rimembra molto la dolce Alta Val Tacina, in Sila Piccola. Andiamo dietro sempre alla via principale, che attraversa per intero la magnifica radura e poi nuovamente in foresta.
L'ampio sentiero si mantiene pianeggiante e permette di pervenire in breve tempo l'altra grande radura, il Piano Caramolo, che sta proprio sotto la sommità dell'omonimo monte.
E mentre il percorso più battuto declina verso la valle Palermo e il Piano Campolongo, i segnali CAI indicano di proseguire a sinistra e seguiamo il bel viottolo che ci porta fino al punto più alto. Ci spingiamo dapprima in una bellissima faggeta vetusta, dove in alcuni punti si aprono anche dei magnifichi panorami. Intorno alla sommità della montagna la selva cede il passo definitivamente al tipico paesaggio alto-montano appenninico con rocce e ripidi verdi pendii.
Cozzo del Pellegrino
Ahimè il tempo peggiora molto e in alto il panorama perde tanto. Ma rimane comunque uno spettacolo.
Verso sud. Al centro vediamo Cozzo del Pellegrino, già la valle Palermo e a sinistra il Piano Campolongo
Verso nord-est. Si intravede Castrovillari
La valle Palermo
Verso il Piano Caramolo
Monte Caramolo dal Piano Caramolo
Scifarello
Quando mi inerpico su alture in alta quota come quella medesima, molto spesso mi vengono alla mente le parole di Walter Bonatti, il grande alpinista esploratore che partecipò alla spedizione italiana sul K2 nel 1954, vincitore morale di quell'impresa che quasi gli costò la vita.
"Le grandi montagne hanno il valore degli uomini che le salgono, altrimenti non sarebbero altro che un cumulo di sassi".
Certo, i Monti dell'Orsomarso sono delle piccole collinette rispetto ai titani verticali che ebbe modo di affrontare questo uomo di pianura estasiato dalle grandi altezze: ma anche le montagne calabresi sprigionano quella arcana poesia che solo una mente sensibile e amante della natura può avere esito a leggere e a intendere.
Monte Caramolo dal Piano Caramolo
Scendiamo dunque da questo portentoso vertice del nord Orsomarso. Erano anni che desideravo approdare sul punto più alto e rincaso alla vita reale quasi con malinconia. Eh si, andare in montagna è un po' come viaggiare in un mondo trascendente, perchè in alto, sui monti, tutto è più armonico, ben proporzionato, e anche gli uomini tendono a migliorare, abbandonando dietro di se le ipocrisie di questa malata civiltà.
Il bosco fra il Piano Caramolo e il Piano Scifarello
Scifarello
Piano Scifarello
Piano Scifarello. In lontananza Timpone della Magara
Difficoltà: E
Tempo di percorrenza: 8 ore andata e ritorno