lunedì 6 aprile 2015

CIASPOLATA DA CAMIGLIATELLO A MACCHIASACRA (Monti della Sila) - 19 febbraio 2015

L'ultima mia ciaspolata risale al marzo 2012. Ne è trascorso di tempo, ma alla fine eccomi sui Monti della Sila a effettuare una nuova traversata fra le abbondanti nevi che ricoprono questi magnifici monti dalla fisionomia nordico-boreale. E' una giornata fredda, ma molto soleggiata. Dopo un inizio stagione assolutamente negativo per quanto concerne la neve, con un gennaio magrissimo di coltre bianca, adesso sembra che le cose siano tornate alla normalità, che in Sila vuol dire neve abbondante ovunque, nelle valli come sulle zone sommitali. Giungo a Camigliatello intorno le 8 e mezza del mattino. Indosso le ciaspole e mi avvio nel bosco. Penetro nel Vallone delle Sette Acque e come varie volte mi è già capitato, mi ritrovo improvvisamente in un vero freezer congelato. Nel giro di pochi metri la temperatura precipita di 8 - 9 gradi, con -12 a Fontana Fiuggi, la freschissima fonte a pochi metri da dove è situata la farmacia di Camigliatello. Inoltre vi è anche una leggerissima brezza di valle e questo aumenta ancor di più la sensazione di freddo. 

L'inizio del Vallone Sette Acque, appena fuori Camigliatello, presso la farmacia

Torrente Sette Acque

Fontana Fiuggi

Vallone Sette Acque

A Fontana Fiuggi, come nei precedenti trascorsi, risalgo liberamente la pendice destra della valle, raggiungendo, nel giro di poco, un crinale, con ampia radura. Incrocio uno sterrato, che seguo a destra, che lascia la dolce cresta principale e prosegue a mezza costa. 

























Sulla destra un bel torrentello, affluente del Sette Acque, si unisce alla scena. Ma la portata dell'acqua è decisamente ridotta a causa del grande freddo, che tutto tiene prigioniero nella sua morsa invernale. La temperatura, come previsto risale decisamente, portandosi sui -5. 
Si avvicendano tratti di pineta pura e bosco di faggio ceduo. 
Ad un certo punto la pista forestale si perde nel di dentro di un cerchio fra i pini. Proseguo liberamente verso monte e nel giro di esigui minuti intercetto una via esbosco che seguo a destra. 


Residuo fogliame di faggio

Foglia di faggio

Bosco di pino laricio


Bosco di pino laricio, nel punto in cui il sentiero si perde










Pochi metri dopo incrocio il Sentiero Italia e vado avanti a sinistra e da questo momento, fino a Sella Jordanello, punto sulla via segnata appena detta. 


Visuale su M.Curcio










Tracce di fauna selvatica











A Sella Jordanello proseguo a destra, tralasciando la via in discesa (che rappresenta il Sentiero Italia) che scende nella valle di Fallistro e che prosegue verso Botte Donato. Il mio percorso continua in una salita costante, sempre dentro una selva innevata, che vien a essere sempre più pura di faggio, interrotta dalle solite radure.



Radura con striscia di impronte di animale selvatico














Tra paesaggi innevati che non han nulla di meno attraente nei riguardi di altre realtà montanare più famose, pervengo il grande pascolo di Macchiasacra. Tempo di fotografare il grandioso paesaggio circostante e consumar la colazione, che ritorno a valle dallo stesso percorso.



La nevicata è stata intensa, 
l'inverno si da voce sulla magna montagna. 
La quiete insiste tra le selve e le radure. 
Sua maestà non teme la vastità 
di tutto ciò che lo circonda. 
Si muove silenziosamente nell'inverno maestro. 
Forse sta guardando attentamente i miei passi, 
che spossati avanzano nella foresta avvolta di gelo. 
La montagna invernale è il mistero 
che magnifico si mostra agli occhi di chi sa ammirare, 
che si fa lodare, 
ma che rimane comunque un segreto.


Tracce di fauna selvatica




Macchiasacra





























































martedì 17 marzo 2015

NEL BOSCO ARCHIFORO A CONTEMPLAR IL SUBLIME (Monti delle Serre) - 6 gennaio 2015

6 gennaio 2015, giorno dell'Epifania del Signore. 
Ho uopo di starmene se non di più per un giorno lontano dalla civiltà, per rifugiarmi nelle solenni foreste serresi a contemplar il sublime che vi è radicato. 
L'inverno principia a sentirsi veramente. La neve però, che giorni prima aveva rivestito queste montagne di un leggero velo bianco, ha lasciato solamente spazio al vento e a temperature rigide, che nelle zone più alte risultano decisamente negative, con il ghiaccio duro che si insinua ovunque, sui rami, ricopre le foglie cadute nel sottobosco: la durezza della stagione invernale, quella vera, quella che solamente sui monti è possibile assaporare.
Eseguo il percorso che ho battezzato come "il Grande anello delle rocce e degli abeti del Bosco Archiforo di Serra San Bruno", uno dei più incantevoli itinerari della montagna calabrese, che attraversa la foresta con i più grandi abeti bianchi d'Europa, dove mastodontiche rocce di granito creano arcano fascino a una foresta che è già magica di suo, per le sue creature vegetali, ma che i grandi bastioni rocciosi, la Pietra dell'Ammienzu, la Pietra della Lux (meglio conosciuta come de il Moro), la Sfinge dell'Archiforo e la Pietra del Signore, danno ancor di più malia e seduzione. Seguenti alcune delle foto della mia escursione, della durata di 7 ore.


Torrente Rosarella

Torrente Rosarella



Pietra dell'Ammienzu



Enormi abeti bianchi





La Pietra della Lux (o de il Moro)






 Abeti ghiacciati








Da San Donato di Ninea a Piano Campolongo per l'alta valle del Grondo (Monti dell'Orsomarso) - 29 giugno 2021

  Dalla confluenza detta (confluenza di un torrente che nasce nei pressi del Piano Ferroncino), continuando a seguire il fiume Grondo verso ...