martedì 9 ottobre 2012

Escursione dal CUPONE a COZZO DEL PRINCIPE (Sila Grande "CS") - 13 maggio 2012

13 maggio 2012. 
Mi trovo nel Parco Nazionale della Sila. Un'escursione in solitaria è proprio quello che ci vuole e dalle rive del Lago Cecita raggiungo il belvedere di Cozzo del Principe. 


Lago Cecita

Lago Cecita

Lago Cecita


Seguo la segnaletica giallo verde numero due (sentiero del corvo) e mi immergo in una realtà forestale davvero suggestiva, caratterizzata da una pineta quasi di pino nero silano.
Lungo il percorso anche faggi, cerri (nel primo tratto), saliconi, rovi e rosa canina. 
Ogni tanto dai pini si vedono danzare gli endemici scoiattoli neri della Sila, detti volgarmente Zaccanella per la loro continua vivacità. 

Bosco del Corvo

Dopo circa un chilometro dal centro visite sottostante giungo in località Corsonara, una volta frequentata da numerosi biacchi localmente chiamato corsone da cui la zona ha preso tale termine. 

Radura nei pressi di località Corsonara

Radura nei pressi di località Corsonara

Bosco del Corvo

Orchidea

Bosco del Corvo

Bosco del Corvo

Bosco del Corvo

Bosco del Corvo

Bosco del Corvo

Dopo un’ora di percorso raggiungo il Vallone Freddo, una fascia solitaria molto suggestiva caratterizzata da bosco misto costituito da piante ultra mature di pino nero e da faggi di età di 45-65 anni. Il purissimo torrente Vallone Freddo è ricco di trotarelle fario e di rane. Presente anche la biscia d’acqua. 

Bosco del Corvo - Vallone Freddo


Bosco del Corvo

Bosco del Corvo

Bosco del Corvo

Bosco del Corvo

Dal Vallone Freddo la salita si fa abbastanza decisa e si guadagna quota molto in fretta. Dopo circa due ore e trenta dalla partenza arrivo a Cozzo del Principe, dove il panorama è davvero incantevole, con il Lago Cecita che si adagia nel fondo valle. 

Bosco del Corvo

Bosco del Corvo

Bosco del Corvo - In lontananza Serra La Guardia e il Lago Cecita

Scoiattolo nero su pino laricio

Il sentiero numero n.2 nel bosco di Cozzo del Principe

Belvedere di Cozzo del Principe


Belvedere di Cozzo del Principe

Belvedere di Cozzo del Principe

Seguenti le immagini del ritorno.

Bosco del Corvo

Viole




Tempo di percorrenza. 5 ore A/R
Difficoltà. E


Escursione a MONTE VOLPINTESTA da SAN NICOLA SILVANA MANSIO (Sila Grande "CS") - 29 aprile 2012

29 aprile 2012. Ci troviamo nel Parco Nazionale della Sila. Oggi effettuiamo un’escursione sul Monte Volpintesta (1729 m), salendo dalla vecchia stazione ferroviaria di San Nicola-Silvana Mansio. 
La pista forestale segue dapprima un’ampia radura circondata dalla pineta. Dopo di che ci immergiamo completamente nel bosco giovane di pini neri silani con faggi. 




Sin dall’inizio il soave canto del cuculo prende la scena rendendola più allegra . Come dice lo scrittore Mauro Corona “il vecchio amico è tornato. Quello che attendi ogni anno con affetto è riapparso. S’è fatto vivo improvvisamente e, come al solito, ha ripreso a cantare nella selva. … È l’annuncio di una nuova primavera”.
Facendo attenzione ai numerosi bivi e, seguendo i segnali dell’ente Parco Nazionale della Sila e del CAI, raggiungiamo il crinale, dove iniziano ad aprirsi delle radure erbose, impreziosite da una miriade di crochi, il gran protagonista della primavera in montagna. 















Arriviamo così alla prima delle due vette del Volpintesta (quella più meridionale), la meno elevata ma la più bella in quanto un panorama incantevole si apre a 360 gradi, specialmente verso meridione. Attorno alla cima un piccolo laghetto stagionale impreziosisce ancor di più questo stupendo paesaggio, che si caratterizza ancora dalla presenza di chiazze di neve.









Ci avviamo poi verso nord e, tra radure e bosco, ora con maggior presenza di faggio, arriviamo alla seconda vetta, la più alta (1729 m) di tutta la dorsale del Volpintesta-Timpone Grillo. Ma qui il bosco ha la precedenza. Ma più in basso rispetto alla vetta, un altro belvedere si apre incantevole verso nord. In lontananza i rilievi settentrionali della Val di Neto, con i selvaggi boschi di Arnocampo. 

















Tempo di percorrenza. ore 4,5
Difficoltà. E

lunedì 8 ottobre 2012

Escursione DA SERRA SAN BRUNO (Santa Maria del Bosco) AL LAGO SAMBUCO DI MONGIANA - 22 aprile 2012

Domenica 22 aprile 2012. 
Finalmente anche in Calabria il maltempo cede il passo al sole, dopo due settimane di piogge, temporali e di nevicate, oltre quota 1000 metri. 
Un gran desiderio di immergermi nella natura selvaggia mi pervade da molti giorni e decido così di raggiungere il Parco Naturale Regionale delle Serre per godermi finalmente un po' di montagna. 
Raggiungo il santuario di Santa Maria del Bosco di  Serra San Bruno, dove lascio la macchina, per avventurarmi a piedi nell'oceano di abeti a sud della sacra costruzione. 


Ho in mente di arrivare fino al Lago Sambuco di Mongiana, situato a 900 metri circa all’interno della Riserva Naturale Biogenetica Europea Cropani-Micone. Si tratta di un percorso molto importante in quanto rappresenta l’itinerario calabrese dedicato al Beato Pier Giorgio Frassati, la prima parte.

"Montagne montagne montagne, io vi amo."

Questa dichiarazione d'amore, così profondamente semplice e intensa, è appunto di Pier Giorgio Frassati (1901-1925) il giovane torinese - beatificato nel 1990 che "amava la montagna e la sentiva come una cosa grande, un mezzo di elevazione dello spirito, una palestra dove si tempra l'anima e il corpo".

Subito dopo il Santuario di Santa Maria il sentiero si addentra in una bella foresta di abeti bianchi, abeti rossi e faggi. E' il bosco di Santa Maria, riserva integrale del Parco delle Serre e area SIC (sito di importanza comunitario). È una selva davvero speciale e rimango colpito ad osservare lo splendore di questi abeti che si innalzano altissimi verso il cielo. 



All'abete si unisce anche il faggio e il castagno



I sentieri del Bosco di Santa Maria sono anche i tracciati frequentati da alcuni escursionisti speciali, i frati certosini della vicina Certosa dei santi Stefano e Bruno. Ogni settimana, generalmente il lunedì, dedicano quattro ore di tempo per la “passeggiata”, nota meglio per tradizione col nome di “spaziamento” ed è possibile incontrarci in questi luoghi speciali, fatti di silenzio e di tanta tanta spiritualita.
I monaci sentono la necessità di “uscire” dalla Certosa, per dare al corpo la possibilità di muoversi e all’animo quella di contemplare le meraviglie del Creato.



Seguendo i segnali bianchi e rossi, dopo circa un’ora e trenta, arrivo nel punto più alto dell’escursione, a 1034 metri d’altezza, dove il bosco cede il passo anche a radure ampie e a visuali verso l’alta Valle dell'Allaro. Dopo aver attraversato la strada provinciale penetro all’interno della Riserva Cropani-Micone e, in breve, arrivo così Lago Sambuco. 

Grado di difficoltà: T
Altitudini. Quota minima 850 m circa; quota massima 1034 m



sabato 6 ottobre 2012

ALLA FAGGETA DI MONTE CUCCO (Vallelonga) - 3 aprile 2012

3 aprile 2012. 
Mi trovo all'esterno dei confini settentrionali del Parco Naturale Regionale delle Serre, nel comune di Vallelonga, nella Calabria vibonese. 
In questa giornata effettuo una breve passeggiata in solitaria nella piccola, ma solenne, Faggeta di Monte Cucco. E' un bosco di faggi incantevole e particolare, in quanto vegeta a quote relativamente basse - media 850 metri (nell'Appennino centro-meridionale il bosco di faggi, il più delle volte, inizia a cresce da quota 1000). Tale situazione si realizza grazie a un clima molto umido e nebbioso - ci troviamo nel punto più stretto della penisola italiana, praticamente Ionio e Tirreno distano solo pochi km. L'area forestale riceve circa 2000 mm di acqua piovana all'anno, con un minimo in estate e un massimo tra autunno e inverno.



Appena fuori Vallelonga (paese a 646 metri s.l.m., nel versante tirrenico delle Serre, noto per il Santuario-Basilica della Madonna di Monserrato) prendo una delle sterrate che si addentrano, in salita, in degradati rimboschimenti di eucalipti e lecci. Specie forestali non proprio idonee a star qui, visto che siamo già oltre i 700 m. Più in alto abeti bianchi e soprattutto abeti rossi prendono la scena verde. In 45 minuti raggiungo la faggeta d'alto fusto. 
Quest'anno il fogliame è venuto fuori prima del solito, motivo le alte temperature che già da due settimane caratterizzano il clima. In Sila, nel Pollino e nell'Aspromonte le nevi ancora abbondanti ricoprono le superfici sopra i 1400 metri. In questo luogo, invece, dove il clima è più mite, il tutto avviene in anticipo, ma quest'anno ancora di più. 

Camminare nel bosco che sboccia di vita è un vero toccasana dell'anima. Rimarrei per ore e ore in questo regno così speciale di incanto, dove il cielo è verde e la felice primavera si fa notare accesa (da Vagando, libro di poesie).
Cerco di fotografare ogni meraviglia, per poter scrutare anche da lontano questo tesoro di indescrivibile bellezza. Ma a visualizzare le immagini prodotte da una fotocamera non si provano le stesse impressioni, bisogna entrare nel cuore vivo della natura per leggere e godere il sublime. 

venerdì 5 ottobre 2012

LE SERRE CALABRE IN BREVE

I Monti delle Serre sono quella striscia di Appennino Calabro ubicata nel centro-sud della regione Calabria tra la Sila a nord e l'Aspromonte a mezzogiorno. 
Di frequente le geografie omettono codesta sezione montana calabrese varcando in linea retta dalla Sila Piccola all'Aspromonte. E' questo delinea un mastodontico errore.  Pur non raggiungendo quote rilevanti, le Serre rappresentano un polmone di biodiversità di grande importanza naturalistica. 

Il Bosco Archiforo con la Pietra dell'Ammienzu

Qual'è l'elemento dominante dei paesaggi delle Serre?
Naturalmente è la foresta, che si presenta in maniera molto dissimile da come è caratterizzata invece nelle altre realtà appenniniche (esempio Pollino, Matese, Monti Sibillini e via dicendo) e si avvicina di molto al bosco delle vallate alpine più meridionali. E' l'abete bianco (Abies alba) a dare alle Serre questa fisionomia tutta particolare. Nelle conche centrali, come quella dove è adagiata Serra San Bruno, si ha l'impressione di stare in un angolo di qualche fondovalle della Stiria o del Giura svizzero. 

Faggio a Colla dei Pecorari

Il paesaggio ha realmente le caratteristiche delle nostre montagne della Svizzera: una segheria di tavole impiantata sul corso del ruscello (Fiume Ancinale), lungo il quale sono sparsi tronchi d’alberi, la piccola casuccia grossolanamente costruita con tavole mal congiunte, la foresta di abeti da dove esce spumeggiante la cascata che fa muovere la sega, tutto ciò forma un quadro alpestre dei più pittoreschi. Certamente trovandosi nel cuore di questo paesaggio si fa fatica a immaginarsi con la fantasia del nord, in una delle vallate sperdute tra le montagne dell’Oberland o del Valais, mentre ci troviamo nella punta estrema dell’Italia, nella provincia più calda di questo paese dove, come canta Mignon, fioriscono i limoni e dove le arance brillano come palle infuocate in mezzo al loro oscuro fogliame. Più in lontananza la valle si chiude da tutti i lati e forma un ridotto solitario dal vago frusciare del vento tra i boschi e dal dolce mormorio del ruscello che forma, nelle vicinanze, delle cascatelle, dispone l’animo alle fantasticherie ed alla meditazione.

In corsivo è riportato un frammento di Horace De Rilliet (Unterseen 17 novembre 1824 - Napoli 5 agosto 1854), scrittore, viaggiatore e chirurgo svizzero. Questo testo è il prototipo di ciò che il visitatore non calabrese sperimenta nell’esplorare un territorio come quello delle Serre. Per tanti viaggiatori, allora come oggi, tali montagne costituiscono la più piacevole sorpresa, perché non si riesce a immaginare che nelle terre del sud Italia si possa incontrare uno scenario montano simile, con queste abetaie che portano alla mente a scenari di fredde regioni lontane.

Bosco Archiforo

Oltre ai boschi puri di abete bianco sono presenti incantevoli fustaie miste al faggio (Fagus syltatica) e splendide faggete, queste ultime specialmente nel versante tirrenico. 
Presenti, sotto i mille metri, anche castagneti e, nell'estremo versante orientale, anche in quota visto la vicinanza del mare Ionio, boschi di macchia mediterranea (leccio).

Faggeta di Fosso Latrò 

Le Cascate di Marmarico

Da San Donato di Ninea a Piano Campolongo per l'alta valle del Grondo (Monti dell'Orsomarso) - 29 giugno 2021

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